GUARIRE CON LA MUSICA

Oscillazioni di risonanza
Non so se è storia o leggenda, ma tra gli appassionati dell’opera lirica si racconta che Mattia Battistini, un baritono dalla voce possente e dai suoni “fluidi e leggeri in stretto rapporto con il fiato” come disse di lui Giacomo Lauri Volpi, quando vocalizzava faceva muovere il lampadario della stanza. La cosa può sembrare strana, ma in verità non lo è. Un altro grande cantante, Tito Schipa, dotato invece di una voce più modesta, ma molto bene impostata faceva sentire le sue note al pubblico situato nei posti più lontani del teatro. Famose sono state le sue interpretazioni di Werther e in particolare si ricorda il sottilissimo “april” emesso a fil di fiato.
Non è stata certo la potenza della voce di Battistini a muovere il lampadario né la forza dell’emissione delle note di Schipa per far sentire il filato della sua voce, ma per entrambi è stata la qualità delle vibrazioni.
La spiegazione degli effetti prodotti dalle voci di questi due famosi cantanti è la stessa che spiega il funzionamento dell’oscillatore Clark (o zapper), del biometro di Bovis o gli effetti che esercita la musica sulle piante.
Le esperienze del prof. T.C. Singh capo del Dipartimento di Botanica dell’Università di Annamalia (India), hanno fatto conoscere meglio la straordinaria vita armonica delle piante. Con i suoni di un diapason elettrico o di un violino emessi per mezz’ora vicino alla pianta, lo studioso osservava al microscopio che il protoplasma delle piante in osservazione fluiva a una velocità superiore rispetto a quelle di controllo favorendo di conseguenza una crescita più accelerata.
Con i suoi esperimenti il prof. Singh ha dimostrato inoltre che le onde sonore oltre la crescita influenzano anche la fioritura e la quantità di produzione ( i raccolti erano dal 25 al 60 % superiori della media regionale (v. La vita segreta delle piante di Tompkins e Bird, P. 149).
Queste osservazioni ed esperienze (diapason, strumenti, suoni e oscillatori) dimostrano il verificarsi di un comune effetto di risonanza.
Un aforisma di Eistein dice: “Tutto ciò che appare ai nostri occhi è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà”.
Un esperimento che può favorire la comprensione è il seguente: si prendano due diapason di uguale frequenza e si metta in vibrazione uno dei due; dopo un breve intervallo di tempo si noterà che anche l’altro entra in vibrazione. Per i più esperti il fenomeno di risonanza è visibile all’oscilloscopio con le armoniche o frequenze multiple della fondamentale.

Dalle piante all’uomo
Due ingegneri, il francese André Simoneton e il russo Georges Lakhovsky hanno dimostrato che gli organi umani con le loro cellule si comportano come dei microscopici circuiti oscillanti.
La misura effettuata con il biometro di Bovis ha registrato un campo energetico dell’essere umano in buone condizioni di salute variabile tra 6200 a 7000 Angstrom. L’Angstrom – dal fisico svedese Anders Jonas Angstrom – è una unità di misura di lunghezza non riconosciuta, comunque valida per misure di confronto o di comparazione.
André Simoneton mediante l’analizzatore di Bovis ha rilevato i valori delle energie radianti emesse dagli alimenti e dimostrato in questo modo che il cibo vegetale fresco possiede radiazioni in quantità superiori a quella del corpo umano, constatandone la preziosa fonte di energia. I cibi conservati invece, raffinati o cadaverici sono i più poveri di energia vitale e per questo classificati inferiori o morti.
Non solo gli alimenti, ma anche i colori dello spettro iridale emettono radiazioni: il rosso risponde a 6200-7800 Angstrom, e l’altro estremo viola oscilla tra 3900 e 4300 Angstrom (v. Radiations des aliments, ondes humaines et santé di A.Simoneton).
L’anormalità di un organo è riconosciuta in genere come squilibrio energetico, in pratica ciò avviene quando le vibrazioni delle cellule diminuiscono o si scostano dalla vibrazione naturale a causa di inquinanti, microbi, virus o altri agenti di malattia.

Guarire con la musica
Lakhovsky ha sperimentato ancora il trattamento delle formazioni cancerogene nei vegetali, ottenute inoculando alle piante batteri generatori di cancro. Dopo due settimane le crescite tumorali cominciarono a contrarsi e morire fino al distacco completo dell’escrescenza.
Gli effetti vibrazionali non si limitano ai soli vegetali, ma possono interessare anche gli esseri umani nella parte fisica e in modo particolare quella emotiva. Infatti, i pensieri piacevoli, le emozioni e la gioia amplificano positivamente le vibrazioni interne a beneficio del sistema immunitario mentre emozioni opposte lo indeboliscono.
Giacomo Lauri Volpi, celebre cantante lirico, rimasto famoso per le accurate e intelligenti interpretazioni, nel libro Voci parallele scrive: “La voce umana non è sola vibrazione fisica, istintiva; essa può dissimulare una vibrazione intellettuale, ch’è a sua volta, radiazione spirituale. […]
La voce tecnica, o razionale, nasce dall’acquisita coscienza vocale, ma la voce razionale si completa con la voce spirituale per processo ascendente di concentrazione di energia mentale. […]
Si tratta cioè di rendere cosciente la materia sonora e d’identificare la propria coscienza con la coscienza universale” (op. cit. P. 219).
In breve, dalle parole dell’artista si deduce che il canto, e più in generale la musica parlano all’anima procurando, secondo il carattere del suono, emozioni, gioia, distensione o sconvolgimento interiore.
La percezione del suono coinvolge l’intero essere umano. I suoni sono in relazione con le diverse parti del corpo fisico e sono in comunicazione con il pensiero e lo spirito. L’esecutore è interprete e al tempo stesso messaggero di un’anima che l’ascoltatore avverte come emozione, tensione o rilassamento.
Il canto vocale, il suono degli strumenti, delle api o dei germi, influiscono sullo stato d’animo di chi ascolta. Tutta la buona musica in genere non è solo divertimento o passatempo nel senso più grossolano della parola, ma è soprattutto emozione, dialogo, consolazione, sofferenza interiore, realtà vera.
Nella musica si concentrano e manifestano a un livello superiore, gli stessi effetti che producono i sistemi oscillanti sperimentati da Simoneton e Lakhovsky. All’ascolto la musica eleva la coscienza verso lo spirito, il pensiero verso l’umano collaborando alla crescita interiore. Il timbro, la qualità e il ritmo vocale o strumentale caratterizzano, rafforzano o indeboliscono il sistema immunitario. Il suono emesso da un germe temibile non si equipara alla melodia dell’usignolo o alle vibrazioni delle campane tibetane; l’uno porta angoscia e paura, il cinguettio dell’usignolo o le vibrazioni delle campane tibetane portano gioia, serenità, dolcezza e influenzano positivamente il sistema psicofisico di ogni essere umano fin anche, attraverso la madre, quello del nascituro prima della nascita.
La musica è connaturata all’essere umano e per questo può divenire terapia della mente, del corpo e dello spirito.
Sull’efficacia delle terapie con la musica i pareri non sono concordi, forse a causa dei molteplici indirizzi a cui si rivolge la disciplina o per la qualità, il ritmo o altro dei suoni prodotti.
La musica non è tutta uguale. Beethoven, Bach, Mozart, Verdi, Puccini, la musica barocca, i canti gregoriani, il rock and roll o le canzoni urlate, non hanno una base comune.

La Biomusica
Una sintesi delle considerazioni sulla musicoterapia, oggettive e interessanti, utili anche per un primo approccio alla conoscenza di ciò che esprime la musica, è quella della signora Alessandra Morabito – operatrice in Biomusica, disciplina che riporto di seguito.
“La Biomusica è un ramo delle musicoterapie,non è una tecnica passiva, che prevede l’ascolto di brani musicali rilassanti, ma prevede la totale partecipazione della persona, utilizzando tecniche ludiche, movimento, respirazione, emissione di suoni e rilassamento.
Il concetto su cui lavora la Biomusica è semplice: inviare vibrazioni sonore a parti del corpo per ristabilire l’equilibrio bioenergetico.
L’organismo umano è costituito da una struttura fisica e dal suo corrispondente campo bioenergetico, che non è altro che il risultato di ciò di cui ci alimentiamo, respiriamo e viviamo emotivamente, il luogo in cui circola l’energia.
Capita che un‘esperienza emozionalmente forte possa bloccare il fluire dell’energia, creando dei blocchi energetici. Questi blocchi si nutrono continuamente di energia privandone il resto dell’organismo, abbassando le difese e sviluppando malattie ed entrando in un circuito alimentato da paure e preoccupazioni.
Secondo gli studi della Biomusica si può, attraverso la musica, o meglio dire attraverso il suono organizzato, intervenire sui blocchi e per risonanza, rompere la coesione intermolecolare che tiene unita la materia e dissolverli.
Ormai è noto che le vibrazioni sonore che riceviamo e che produciamo possono avere notevoli effetti sul nostro corpo. Un corpo che è un ricettore di vibrazioni e che è in grado di trasmetterle e distribuirle in ogni parte dell’organismo.
Un libro di Mario Corradini (ideatore e fondatore della Biomusica) riporta:“Il corpo è come uno strumento musicale che richiede costante accordatura e attraverso particolari combinazioni sonore si può intervenire su di esso”.
Ogni parte del nostro corpo ha una sua vibrazione e il suono attiva associazioni mentali ed emozionali, lavorando fisicamente e psicologicamente.
Da sempre alla musica è stato attribuito un grande potere di comunicazione e la voce ne è un importante strumento, unico per ognuno di noi. Crescendo reprimiamo un po’ il potere della nostra voce.
Ci basterebbe osservare il mondo dei bambini che la utilizzano in modo più libero: urlando, cantando, facendo versi e suoni strani, la voce è un mezzo di espressione emotiva che scarica verso l’esterno.
Riesumare la nostra voce in fase adulta anche attraverso il canto ci aiuterebbe a far emergere e scaricare emozioni negative.
A tal proposito non posso che brevemente accennare al processo importante, vitale e utile della respirazione, ma qui ci inoltreremmo in un altro vasto e complesso argomento che, se ci sarà occasione, approfondiremo un’altra volta.
La musica rievoca ricordi, provoca sentimenti, gioia, tristezza, melanconia, sensazioni. Ci mette in ascolto non solo attraverso l’udito, ma con tutta la materia di cui siamo composti: muscoli, ossa, sangue, pelle.
Per permettere all’ascolto di essere attivo bisogna fare posto anche al silenzio, affinché il sentire diventi ascolto profondo.
Mi piace ricordare una frase di Ezio Bosso, purtroppo venuto a mancare in questi giorni, che, al di là del grande professionista, mi piace ricordare come uomo straordinario per ciò che testimoniava attraverso la sua vita: La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ASCOLTARE.
Auguro a tutti di saper ascoltare la propria musica”.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito: www.biomusica.com

                                                                                                                                                         armidochiomento@libero.it