Ragioni e convinzioni apparenti
Recentemente ho ascoltato un dibattito sulla guarigione delle malattie. Erano presenti da una parte due illustri medici sicuri della loro scienza ufficialmente riconosciuta e per questo considerata l’unica via da seguire nella cura delle malattie e ogni altro problema di salute; dall’altra parte invece era presente un giornalista che sosteneva teorie e principi non proprio scientifici, dettati più che altro dal buon senso.
Accuse reciproche di incapacità e ciarlataneria non sono state risparmiate da ambo le parti, ma ciò che più mi ha colpito è stata l’insistenza del voler far credere, citando esempi e testimonianze, l’assoluta sicurezza ed efficacia del loro metodo di cura.
Per i due illustri medici le argomentazioni del giornalista erano prive di valore scientifico e dunque non convincenti, ma anche per quest’ultimo le affermazioni che ascoltava non si accordavano con le esigenze della natura umana. Evidente era la diversa formazione e il livello di preparazione sull’argomento dei protagonisti, ciononostante ognuno di loro si adoperava strenuamente e con animosità pur di imporre le proprie ragioni.
I tumori alla mammella sono vinti da più dell’80 % delle 37.000 donne all’anno che vengono colpite. In questi casi la chemioterapia, la chirurgia e la radioterapia sono mezzi che si dimostrano indispensabili.
Ma non è forse meglio evitare il tumore? Assurdo. In che modo? Cambiando modo di mangiare: eliminando carboidrati e zuccheri e aumentando le proteine. Ma la scienza della nutrizione sostiene ben altro: suggerisce di rispettare la proporzione dei nutrienti. Il diabete, la psoriasi, l’ipertensione e tante altre malattie perché ancora non si guariscono mentre le stesse si risolvono osservando il nostro regime dietetico coadiuvato semplicemente da qualche integratore?
Certezze indiscutibili da entrambe le parti che considerando la realtà dei casi ricordavano piuttosto gli elisir di Dulcamara e di alcuni altri fatti clamorosi della scienza.
Terapisti e ciarlatani
Un tempo chi non seguiva i criteri di cura della medicina ufficiale erano ritenuti degli “irregolari”. Alternativo, cavadenti, giusta-ossa o castra-polli sono stati accomunati in una unica categoria estranea alla scienza e per questo considerata a ragione “irregolare” o “alternativa”. In questo modo tra gli irregolari si ritrovano ciarlatani, gabbamondo, fattucchieri, imbroglioni, ma anche omeopati, naturopati, igienisti e molte altre categorie.
Le “ciarle” e le “teorie” degli “irregolari” non hanno mai concordato con quelle della scienza. Infatti, il ciarlatanesimo per sua natura non ha teorie, semmai opinioni presentate in modo stupefacente per essere rese evidenti, indiscutibili e credibili a chi le ascolta.
Indubbiamente ci possono essere delle invasioni di campo, ossia l’alternativo che furbescamente fa il medico e il medico che spaccia il suo metodo portentoso o inventa rimedi che guariscono a suo dire qualunque malattia e assicurano lunga vita. Questo è quanto avviene nelle nostre collettività.
Ciarlatano è un termine che oggi è tornato in uso con una certa frequenza; deriva dalla quaccheria americana del XVIII secolo, la setta protestante che predicava un modo di vita semplice, alla buona, e proponeva per la salute del corpo strani rimedi (impiastri, preparati, purganti) come si racconta del prodigioso liquore tanto decantato e venduto dall’astuto Dulcamara ai contadini dei suoi villaggi originari.
Nell’epoca attuale sulla scia dei praticoni e degli empirici dell’Ottocento sono sorte altre figure, non medici, che suggeriscono e praticano metodi di cura basati sull’igiene alimentare e comportamenti di vita etici e collaborativi. Infatti questi nuovi terapisti prestano particolare attenzione verso la totalità della persona, non solo all’organo o alla parte malata. I rimedi che adottano sono a base di erbe e piante officinali, acqua fredda, impiastri di terra, cibo vegetale e naturalmente l’ascolto e la comprensione
Le persone che preferiscono ai farmaci far ricorso a questo sistema di cure naturali incontrano anche esperti in grado di offrire un valido sostegno fisico-psicologico e suggerimenti di facile attuazione.
Indubbiamente la conoscenza di queste metodologie derivano non solo dallo studio della natura, ma anche dalla tradizione familiare. Sono parte e frutto di una razionalità e stile di vita popolare che si ritrova ancora tra i ricordi di molte persone, regimi rinfrescanti e depurativi a base di purghe, sudorazioni (specie nelle malattie esantematiche) e salassi che si praticavano normalmente in autunno e primavera.
La confusione sta ovunque
L’erboristeria, l’idroterapia e gli altri metodi naturali hanno conosciuto periodi alterni tra speculazioni economiche, stravaganze, fatti alla moda e liberi impiego nella cura della salute.
A oscurare il potere e la credibilità degli elementi naturali, oltre la scoperta della microbiologia ha influito anche il diffuso impiego di sostanze prodotte in laboratorio per uso cosmetico e salutistico (oli, unguenti, estratti, preparati vari) applicate liberamente secondo criteri di convenienza. Giudizi soggettivi dettati da esclusive percezioni individuali, si sono dunque alternati generando non poca confusione.
A confondere ancor più fatti e credibilità in questo nuovo mercato della salute si sono aggiunte un po’ ovunque, scuole di formazione per l’insegnamento dei sistemi di cura naturali. Tra loro si distinguono con nomi di convenienza o di forte richiamo e slogan accattivanti.
Anche l’omeopatia è finita nel mondo degli irregolari. Questa disciplina dopo aver conosciuto un periodo di splendore verso la metà dell’Ottocento con milioni di persone che credevano nella diluizione dei rimedi, si è trovata messa da parte priva di considerazione scientifica proprio a causa dei suoi rimedi che vantano diluizioni oltre migliaia di volte, ma che per la scienza sono semplicemente acqua di rubinetto. Le metodologie di ricerca dell’una e dell’altra parte (razionalità scientifica e razionalità omeopatica) sull’efficacia di un prodotto sono diverse e pertanto le interpretazioni dei risultati non possono essere uguali.
La medicina tradizione deriva e risponde alla scienza e dunque disconosce e resta lontana dagli irregolari, qualunque sia il gruppo d’appartenenza. Non ci sono medicine al di fuori del panorama della scienza. Nessun’altra medicina può esistere se non ha l’avvallo scientifico.
La medicina non è più quella che cura, ma quella delle istituzioni. La storia dell’Arte sanitaria, quella in chiaro che a tutti è dato conoscere elenca anche una lunga serie di casi sui quali riflettere.
– La storia del medico australiano William McBride legata al talidomide degli anni 80 che provocava la nascita di bambini malformati.
– Le falsificazioni del ricercatore e medico americano John Roland Darsee relative a esperimenti di nuove terapie contro la ischemia del miocardio (1981); imbrogli fatti passare per verità scientifiche.
– I trapianti con fettine di testicoli di scimmia allo scopo di ringiovanire o di neutralizzare gli inconvenienti della vecchiaia maschile.
– Il premio Nobel per la medicina (1948) al chimico svizzero Paul Hermann Muller per aver scoperto il DDT, l’insetticida in grado di sconfiggere la malaria che solo due anni dopo ne viene limitato l’uso a causa dei rischi per la salute e nel 1978 definitivamente tolto dal commercio trattandosi di un prodotto altamente cancerogeno.
– Il colorante E123 aggiunto agli alimenti, ritenuto prima innocuo e poi ritirato gradualmente (per ragioni commerciali) per esser stato riconosciuto come pericoloso cancerogeno.
Molti altri casi interessanti sono stati raccolti da Federico di Trocchio nel volume Le bugie della scienza (V. 144). Perché dunque meravigliarci delle disavventure della razionalità scientifica attribuite alla medicina da Ivan Illich (v. Nemesi medica) o dei tanti casi di malasanità che frequentemente si apprendono dai mezzi di informazione?
Solo i sciocchi coltivano certezze. L’onestà e la razionalità di Socrate sintetizza ancor meglio il concetto: “È sapiente chi sa di non sapere”. La scienza afferma di avere dubbi, ma si comporta in modo forte e colmo di certezze; è da qui che nasce il suo dispotismo.
Una paziente si è sentita chiedere dall’oncologo: “lasci perdere le apparenze, mi dica piuttosto cosa ha fatto per ridurre la massa tumorale”. Ecco come si dimostra l’uomo di scienza.
L’essenziale se non si vede si percepisce
Quando le persone mettono a confronto o discutono sulle loro idee difficilmente pensano che possa essercene un’altra più valida della loro e se non lo pensano è perché nascondono altri scopi.
Non sempre le ragioni del Piccolo Principe sono veritiere. Nel nostro caso l’invisibile è manifesto. Farmaci, rimedi, integratori, oli, unguenti e le ricette che li prescrivono hanno un costo e per possederli occorre denaro. Ecco lo scopo: il profitto. L’uomo sa che la gente quand’è disperata si illude e quindi ingoia facilmente tutto ciò che alimenta in loro la speranza.
All’imbonitore è facile raggirare chi per cultura e istruzione fatica a capire. Scrivere in modo incomprensibile o usare parole non comuni nel linguaggio corrente verso chi ascolta o fatica a comprendere, procura disagio e vergogna. Parlare molto senza trasmettere concetti o pensieri utili alla vita non genera disagi, è prerogativa del presuntuoso o di chi vuol mettere avanti il suo sapere.
“Non posso spiegare a lei che non è medico”, rispose al paziente che lamentava una stitichezza cronica il suo medico di base. Sono proprio queste persone che si riparano dietro lo scudo del sapere le prime imbonitrici e trasformano la scienza in religione.
Parlare e non dire nulla non è un gioco di parole, ma il modo di esprimersi del demagogo, di chi ama spiegare strane teorie senza conoscere la vita e le sue difficoltà.
Anche l’imbonitore moderno che sovrasta tutta la sua corte, protetto da una passione pseudoscientifica non ha scampo. A nulla serve prendere spunto dalla vita animale per capire le cause delle malattie quando il denaro governa la coscienza. Cosa vecchia sperimentata già da molti. Un’azienda commerciale non potrà mai sostituire la scienza della natura perché la natura non conosce affari. Non bastano barrette, bibite, pasticche sfornati, elisir di lunga vita, libri, togliere dalla dieta zuccheri e carboidrati, mangiare carne per tutta la vita e dimostrare infine fatturati vertiginosi. È vero che a questo mondo non ci sono giraffe, leoni o ippopotami obesi o con il diabete, ma sarebbe più conveniente dimostrare all’indifeso cittadino quali sono gli scopi e quali le relazioni tra salute e patrimonio economico accumulato dal sedicente scienziato.
Se davvero il sapere che i nostri contendenti dimostrano perché non dirci cosa o suggerire qualche piccolo “segreto” per stare in salute con pochi soldi? Perché il nostro medico, i giornali, radio e televisioni non lo insegnano? Questo è quanto basterebbe per eliminare i venditori di sciocchezze e imbrogli./ac
armidochiomento@libero.it