L’EQUILIBRIO TERMICO LEZAETIANO di Armido Chiomento

Risposta al Signor Emanuele di Gallio (VI)

La Dottrina Termica di Lezaeta Acharan non appartiene alla clinica medica, non è un atto medico, ma semplicemente un’idea o una intuizione della funzionalità del corpo umano.

L’organismo in salute ha una temperatura interna di circa 37 gradi centigradi. Questa temperatura interessa uniformemente tutto il corpo se si trascurano le zone più o meno irrorate (organi genitali, occhi, fegato, milza) e la velocità della corrente nei capillari e grossi vasi sanguigni.

Il sangue è il fluido vitale che circola ininterrottamente nell’organismo. Ogni sua alterazione è causa o indice di malattia.

Se si tiene conto che nell’organismo il sangue compie l’intero suo percorso ogni 23 secondi circa, si deduce che i nostri tessuti sono investiti dal sangue nell’intera giornata quasi 4000 volte (dal calcolo 3744), un numero pari ai movimenti ispiratori ed espiratori del diaframma. Da qui si deduce l’importanza per la salute  delle due funzioni (circolazione e respirazione); l’alterazione di una altera l’altra, ossia la circolazione influenza il respiro e viceversa. A tutti è possibile constatare quanto una insufficiente o eccessiva respirazione varia il flusso circolatorio dei liquidi, sangue e linfa. L’esercizio del camminare è la prova più evidente.

La variazione  del flusso sanguigno può avvenire nei casi infiammatori (contusioni, ascessi, ferite, difficoltà di qualche distretto organico nel compiere il lavoro), nei casi di astenia o carenza (debolezza nervosa, anemia, insufficienza respiratoria) oppure a causa di emozioni o ostruzione dei vasi (tossiemia, colesterolemia, paure, ecc.).

Il torrente circolatorio interessa l’organismo in ogni momento. A. Salmanoff  – famoso medico russo – sostiene che la salute dipende dai capillari. Da un lato la cellula prende e dall’altro cede; sostanzialmente tiene conto dell’equilibrio nutrizionale, inteso come rapporto alimentazione-eliminazione.

Affinché questo possa realizzarsi il sangue non deve essere contaminato da sostanze inutili o tossiche, inalterato nella composizione, nella velocità e nel suo volume. I capillari e le membrane cellulari per assolvere la loro funzione devono conservare integra la permeabilità. Nel caso in cui la circolazione nei capillari si altera, il flusso sanguigno si riduce aprendo le porte alla malattia (v. Alexander Salmanoff, Le miracle de la vie, Ed. de la Table Ronde).

Lo stesso concetto è riportato da Sebastian Kneipp nel libro La mia cura con l’acqua: “Io sostengo che tutte queste malattie, qualunque nome esse portino, hanno la loro origine nel sangue, sia che questo, quand’anche sano, non possa circolare regolarmente, oppure sia guasto da cattivi umori. La rete delle arterie, come un sistema d’irrigazione ben ordinato, passa attraverso il nostro corpo col suo rosso umore vitale, nutrendo e fortificando ogni sua parte, ogni singolo organo. Nella giusta misura sta l’ordine; una circolazione del sangue troppo forte o troppo lenta, la presenza di elementi estranei nella sua miscela, disturba la pace e l’armonia, producendo disaccordo, e al posto della salute subentra la malattia.”

Gli effetti curativi dell’acqua sono straordinari racchiusi nelle parole di Kneipp: “Quanto lesto mi portavo sul luogo del bagno, altrettanto svelto ritornavo a casa nella mia camera riscaldata.” Ciò significa che l’effetto curativo dell’acqua si ottiene quando l’applicazione fredda si pratica sul corpo caldo, curando infine la reazione di calore in ambiente caldo.

Aggiunge ancora: “A me sarebbe apparso e parrebbe ancora adesso un atto di barbarie e d’ingratitudine il chiudere la porta a quei poveri infelici e negare loro quelle sorgenti salutari che a me stesso nei momenti del bisogno portarono guarigione e salute” (S.Kneipp, op. cit.).

Kneipp non si rivolge quindi verso il mondo della scienza, ma a tutte le persone in particolare alle più semplici e umili. Infatti, la cura con l’acqua di Sebastian Kneipp per la sua semplicità non richiede particolari conoscenze ed è facile da applicare.

Luis Kuhne – imprenditore e ricco costruttore di mobili – grazie al suo spirito di osservazione, ha potuto dedicarsi ai problemi della salute. Osservando il comportamento, le relazioni e i modi di vivere degli animali riconosce che la vita dell’animale dipende strettamente dagli agenti naturali, dall’azione del Sole, dell’aria e dell’acqua esercitate sul loro corpo.

L’uomo, secondo Kuhne, è sano quando possiede una pelle calda e umida, conserva buone digestioni, ossia non conosce febbri gastrointestinali e possiede integra la sua forza vitale. Osserva inoltre che la persona malata digerisce male, ha la pelle secca, inappetenza, insonnia, ansia e non conosce la gioia di vivere.

La Dottrina dell’Equilibrio termico corporeo di Manuel Lezaeta Acharan:

  1. a) ha origine dalle esperienze e osservazioni di S. Kneipp e L. Kuhne;
  2. b) permette la conoscenza dello stato di salute, in modo semplice e naturale;
  3. c) è applicabile da chiunque.

Non si tratta dunque di una teoria o una scoperta di laboratorio, ma più semplicemente di una osservazione che appartiene alla logica naturale; non è neppure una metodologia di cura, ma piuttosto un insieme di norme comportamentali per stare in salute.

Seguendo il ragionamento di Lezaeta Acharan, il corpo umano ha due rivestimenti: una esterna, che ci isola dall’ambiente che ci circonda chiamata pelle; l’altra interna che copre le cavità dell’organismo chiamata mucosa, leggermente più fredda.

La biologia insegna che la temperatura interna dell’organismo deve mantenersi a 37 gradi centigradi, la parte esterna invece (misurata all’ascella) si mantiene a una frazione di grado più fredda, 0,3-0,4 °C, in questo campo termico i microrganismi organici si nutrono, si riproducono e fabbricano enzimi per le nostre necessità, disgregano ed elaborano gli alimenti favorendo la fermentazione digestiva (digestione).

I microbi, scrive Lezaeta, sono gli alleati della vita organica. Si nutrono delle sostanze di scarto (tossine) che trattenute procurerebbero danno  all’organismo. Nel caso in cui l’ambiente microrganico (dove avvengono le elaborazioni delle sostanze), venga a trovarsi a una temperatura superiore alla norma (causa il superlavoro digestivo), avverrebbe una fermentazione putrida della materia organica elaborata, che si autoalimenta aumentando l’afflusso di sangue agli organi della digestione e il calore viscerale, mentre il flusso si fa più debole nel circolo periferico (raffreddamento della pelle).

È evidente che il calore del corpo è prodotto dalla circolazione del sangue la quale può essere ostacolata  o interrotta dalle eventuali tossicità che incontra lungo il suo percorso. Le tossicità possono essere prodotte all’interno dello stesso organismo (tossicità endogena: scarti del metabolismo, sostanze di rifiuto non eliminate dagli organi di eliminazione) o provenire dall’esterno (tossicità esogena: aria inquinata, farmaci, batteri). La tossicità organica in generale non solo ostacola la fluidità del sangue ma irrita le mucose. Tutte le difficoltà che il sangue incontra lungo il suo percorso comportano lavoro (qualunque lavoro produce calore), uno sforzo che genera infiammazione, ossia un aumento di calore nel distretto organico interessato.

Questo meccanismo si instaura quando la digestione si fa difficile o molto laboriosa, interessando principalmente lo stomaco e gli intestini. Ad esempio, il cibo cotto essendo stato devitalizzato o modificato nella sua struttura, ha tempi di digestione più lunghi rispetto al cibo non elaborato o ancora allo stato naturale e pertanto il lavoro digestivo sarà più impegnativo e più lungo.

Lezaeta divide i cibi in due categorie: rinfrescanti e febbricitanti. Alla prima categoria appartengono tutti i cibi crudi di ordine vegetale, di più facile digestione (frutta, ortaggi e verdure, fiocchi di cereali); alla seconda categoria appartiene tutto il cibo cotto, manipolato o adulterato in qualsiasi modo e il cibo di ordine animale.

Il sangue quando si carica di tossine si fa denso, diventa meno fluido, altera la sua composizione e circolazione, gli organi di eliminazione si indeboliscono e l’intero organismo perde di vitalità. L’eccessiva o scarsa irrigazione indicano un indebolimento dell’energia vitale che risponde all’alterazione della salute. Nel primo caso può manifestarsi con un aumento della temperatura (febbre), mentre nel secondo caso con segni di anemia o di debolezza.

Nel caso del lavoro digestivo, quando le mucose degli organi interessati formano delle pletore sanguigne (sovrabbondanza di sangue) o umori malsani, si dimostra una infiammazione e una congestione delle mucose degli organi interni interessati alla digestione. Questo è il caso conosciuto come febbre gastrointestinale.

“La febbre – scrive Lezaeta – è un processo infiammatorio e congestivo dei tessuti affetti per reazione nervosa e circolatoria. Ha origine e si mantiene in seguito a irritazione e congestione delle mucose e delle pareti del tubo digerente, come rivelano l’iride degli occhi e il polso di tutti gli infermi. Dobbiamo tenere presente che non esistono infermi senza febbre, anche se questa non viene rivelata dal termometro”. […]

L’arte di curare deve dirigere la sua azione alla normalizzazione dell’ equilibrio termico, rinfrescando l’interno del ventre e congestionando la pelle del soggetto. […]  La febbre interna, cioè viscerale, è distruttiva perché altera la composizione del sangue, corrompe gli alimenti convertendoli in veleni, indebolisce la circolazione del fluido vitale nella pelle e nelle estremità del corpo, accorcia e pone fine in tal modo all’esistenza per effetto della denutrizione e intossicazione”.

L’anormalità funzionale, ossia lo squilibrio termico, come si dimostra?

Secondo Lezaeta la temperatura interna del corpo si determina attraverso le pulsazioni del polso comprovata dalla rilevazione dell’iride degli occhi nelle aree dello stomaco-intestini e cutanea.

Le considerazioni riportate variano secondo l’età: nascita, primi tre anni di vita, età adulta e dopo i 60 anni. Ad ognuno di questi periodi la temperatura interna per mantenersi costante a 37 gradi centigradi (condizione di normale funzionalità organica) il polso deve registrare 150 battiti al minuto alla nascita,  100 pulsazioni ai tre anni, 70 dai 20 ai 60 anni e 80 pulsazioni al minuto nella terza età (oltre i 60 anni, a causa dell’infiammazione permanente dell’apparato digerente).

In tutti casi quando si superano questi valori si evidenzia lo stato infiammatorio (febbre); pertanto, più rapido è il polso maggiore è l’infiammazione. All’opposto (polso debole) l’intossicazione si avvia verso la cronicità fino a diventare pericolosa particolarmente quando il battito si fa irregolare.

Attraverso l’esperienza e le rilevazioni dei battiti del polso è possibile stabilire l’entità della febbre interna. Secondo Lezaeta Acharan all’aumento di 10 pulsazioni al minuto corrisponde un aumento della temperatura interna di mezzo grado centigrado. Ad esempio, se l’adulto registra 100 pulsazioni al minuto è da ritenere che possiede una febbre interna di 39 gradi.

Riepilogando: affinché la digestione possa svilupparsi normalmente la temperatura dell’ambiente in cui avvengono le fermentazioni microrganiche deve essere di 37 gradi; a temperature superiori si avrebbero fermentazioni irregolari, malsane o putride che generano malattia.

È da notare ancora che la frequenza cardiaca non essendo la stessa per tutti, in alcuni casi può scendere al di sotto delle 70-60 pulsazioni al minuto senza per questo rientrare nel campo patologico. Ciò significa che la temperatura del sangue si mantiene ugualmente a 37 gradi. In questi casi anche la temperatura dell’ambiente digestivo è la stessa delle altre mucose; in questa diversa condizione di normalità è da ritenere che la resistenza all’aumento della frequenza cardiaca sarà più lenta nel tempo.

La bradicardia, ossia quando invece  il polso registra un numero di pulsazioni inferiori a 60 (affaticamento nervoso) per riportare la normalità necessita il ricorso a qualche pratica igienistica naturale. Con l’applicazione di bagni, compresse e cataplasmi si stimola l’autofarmacologia dell’organismo, base della guarigione spontanea.

                                                                                                                           Armido Chiomento

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