Cos’è la luce
Dire cos’è la luce senza ricorrere alla fisica e alla chimica non è facile.
I primi effetti della luce si osservano quando una colorazione esposta alla luce del Sole per qualche tempo si decolora; oppure semplicemente pensando alla forza lavoro che produce il carbon fossile quando aziona motori o fa viaggiare treni e auto.
Il petrolio prodotto dalla decomposizione del vegetale in migliaia di secoli, situato in giacimenti nelle profondità della terra rappresenta una forma di energia tra le più utilizzate della luce del Sole. Il filino d’erba e le altre piante si sviluppano e producono i loro frutti solo se ricevono calore e luce solare. Con la luce del Sole le piante fabbricano autonomamente il loro cibo, si autoalimentano e producono nutrimenti per l’uomo: minerali, vitamine, idrati di carbonio, proteine, grassi. La luce mantiene la vita a tutta la moltitudine di micro e macrorganismi vegetali e animali presenti nelle acque dolci o marine e che formano il nutrimento dei pesci.
Come è possibile tutto questo? Come può la luce dare vita agli organismi viventi?
La clorofilla che risiede nelle cellule vegetali ha la capacità di captare l’energia della luce solare e di legare tra loro l’acqua presente nella cellula vegetale e l’anidride carbonica dell’atmosfera producendo in questo modo glucosio, ossia lo zucchero. Dall’unione di sei molecole di anidride carbonica (CO2) con sei di acqua (H2O) si ottiene una molecola di glucosio (C6H12O6) e si liberano sei molecole di ossigeno (6O2). In pratica la pianta si prende l’anidride carbonica che l’uomo elimina con l’espirazione nell’aria e restituisce ossigeno utile alla nostra respirazione.
Costruito questo primo composto organico, il carbonio dell’anidride CO2 assorbito dal terreno attraverso le radici della pianta, si combina in vari altri modi costruendo composti più complessi: amidi, cellulose, oli, grassi, proteine contenenti azoto.
La vita viene dal Sole
“Senza luce non c’è vita e senza Sole non c’è luce”. Lo Svizzero Arnold Rikli, famoso idroterapeuta vissuto nel diciannovesimo secolo, ebbe l’idea di sostituire i bagni caldi con i bagni di aria e di Sole ed era solito dire: “L’acqua ha certamente un effetto benefico; più in alto tuttavia c’è l’aria, e, al massimo livello, la luce”. Per Rikli e molti altri terapeuti la luce del sole è la medicina più potente che la Natura ha messo a disposizione dell’uomo.
Chi vive alla luce conosce la gioia, la bellezza, l’amore, la speranza; all’opposto l’oscurità produce angoscia, ansia, pessimismo, disinteresse, apatia.
La visione della luce si connette alla cronobiologia, al nostro orologio interno che regola i ritmi biologici (temperatura del corpo, battito cardiaco, pressione arteriosa, attività del fegato, reni, digestione) e regola le relazioni umane. Diversamente, la mancanza di luce allunga il ritmo giornaliero naturale. Lo dimostrano le esperienze in grotta del francese Michel Siffre e del nostro marchigiano Maurizio Montalbini.
I ritmi della vita si sincronizzano con gli eventi naturali come caldo-freddo, alba-tramonto, luce-buio, sonno-veglia. Questi sono eventi naturali perché imposti dalla Natura.
Quali ritmi potrebbero esserci in un ambiente a luminosità artificiale, a temperatura costante e privo di influenze climatiche come il caso di grotte artificiali?
L’assenza di ritmi ammala il corpo e sconvolgere la mente come ha registrato lo speleologo Siffre, nel suo quaderno di appunti, annotando l’idea di suicidio. L’uomo è un abitudinario, per vivere in salute ha bisogno di regolarità, operare di giorno e riposare di notte.
L’energia della luce regola e conserva gli equilibri corporei, fortifica la mente e vivifica lo spirito.
La visione è uno dei più grandi prodigi della Natura e la conoscenza della luce è resa possibile dai meccanismi dell’occhio collegato al cervello mediante un canale ottico del diametro di circa 3 mm. I ricettori visivi distribuiti sulla retina, quando sono colpiti dalla luce, convertono l’energia luminosa per trasmettere al cervello le informazioni registrate mediante un numero straordinariamente grande di filamenti nervosi.
La messa a fuoco sulla retina, ossia l’accomodamento dei raggi luminosi, avviene per mezzo della lente o cristallino e dipende dal grado di elasticità o capacità di modificare la sua curvatura.
Se si pensa all’energia del Sole come fonte di tutte le energie è spontaneo chiedersi quale possa essere la sua origine. Domanda dalla risposta indubbiamente difficile che ha impegnato illustri personaggi da tutte le parti: scienziati, filosofi, naturalisti, antropologi, teologi, fisici, chimici e astronomi. Ognuno di loro ha dato una propria versione o interpretazione. Ancora oggi le dispute o dissertazioni continuano centrate soprattutto sulle teorie della Creazione, l’esplosione della bolla di gas, l’evoluzione di G. H. Darwin e le teorie quantiche.
Di fronte alle meraviglie della Natura proviamo tutti lo stupore della bellezza, l’incantevole perfezione d’ogni elemento, sostanza o fenomeno naturale. Pensare alle conseguenze di un caos primordiale non mi sembra sufficientemente esauriente poiché la materia o spirito anticipatore resta irrisolto. Lo stesso C. Darwin, naturalista britannico, nella sua famosa opera “L’origine della specie”, (p. 242-3, ed. Bollati Boringhieri), nel paragrafo dedicato agli organi di estrema perfezione e complessità ha scritto: “Supporre che l’occhio, con tutti i suoi inimitabili congegni per l’aggiustamento del fuoco a differenti distanze, per il passaggio di diverse quantità di luce, e per la correzione della aberrazione sferica e cromatica, possa essersi formato per selezione naturale, sembra, lo ammetto francamente, del tutto assurdo. […]
Come un nervo sia diventato sensibile alla luce non ci riguarda più del modo in cui la vita stessa si sia originata”.
La luce è medicina
In generale l’uomo crede a ciò che vede; se non vede o non tocca rimane incredulo. Per l’energia della luce è la stessa cosa.
In generale alla luminosità, ai raggi del Sole, al calore dell’aria o della materia con la quale siamo in contatto, alla temperatura del corpo, caldo o freddo, non si fa molto caso. Siamo talmente abituati al chiarore del giorno e al buio della notte che non si pensa più ai rapporti che hanno l’alternarsi di queste manifestazioni sulla salute del nostro organismo.
Le onde elettromagnetiche della luce producono effetti che nel campo della salute, secondo i casi, possono essere positivi o negativi: salutari quando ci si espone in modo corretto, e dannosi quando i modi e tempi di esposizione sono errati.
Le radiazioni dello spettro elettromagnetico vanno dalle frequenze più elevate dei raggi cosmici (raggi ultravioletti UV o attinici) a quelle più basse sonore (raggi infrarossi IF). I raggi ultravioletti sono freddi ed esercitano la loro azione a livello di superficie, mentre i raggi infrarossi sono caldi e penetrano in profondità. Pertanto si deduce che una prolungata esposizione a raggi UV può causare lesioni cutanee e tumori alla pelle, mentre un’esposizione eccessiva ai raggi IF può produrre scottature.
Sintesi delle proprietà attribuite alla corretta esposizione alla luce:
Regola il ritmo sonno-veglia.
Riduzione della pressione del sangue.
Assorbimento della vitamina D.
Conserva la salute della pelle.
Migliora il metabolismo e la vista.
Migliora la circolazione, la qualità del sangue e la colesterolemia.
Migliora la respirazione e le difese in generale.
Conserva il buonumore e allontana la depressione.
Conclusione
La luce rappresenta la centralità della vita: consente la sintesi clorofilliana, unica fonte di vita, e di ogni altra reazione biologica utile alla sopravvivenza. La luce chiarisce la mente, eleva il pensiero, la riflessione, esalta i sentimenti di bene, risana la coscienza. Promuove inoltre l’armonia dello spirito e attraverso la riflessione, favorisce l’illuminazione interiore congiungendo la materia al divino.
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